“Scegliere Elab significa porre al riparo del tempo le emozioni di un giorno sognato e vissuto molto prima che diventi reale.
Mettersi nelle loro mani significa scegliere un gruppo che sente con lo stesso ritmo del respiro, professionisti e artisti che guardano di sbieco le cose e le trasformano, che trovano il senso del non detto. Le foto sono capolavori di stupore e di bellezza, sono frammenti di anima raccolti e sviluppati in una camera oscura, quella degli occhi.”
Quel pomeriggio sono arrivati nonostante treni e aerei avessero deciso di scioperare, sono arrivati con un sorriso largo e si sono sparpagliati per casa, come se conoscessero da sempre la mia famiglia, come se fossero vecchi amici che vengono a vedere la sposa che si prepara. Si sono intrattenuti con mio padre a parlare di Nikon, si sono attardati con mia madre a guardare le piante, ci siamo dimenticati tutti che erano i fotografi.
Quando ci eravamo incontrati mi ero sentita così a casa da poter parlare e raccontare a Emanuele della mia famiglia, di mia nonna, di mio padre, e lui ci aveva accolto non come clienti-polli-in-batteria a cui dare un servizio e un contratto da firmare, ma come persone con cui avere un rapporto speciale.
Presenti e partecipi per tutto il giorno e la notte, invisibili eppure dappertutto a mettere a fuoco o a sfocare quello che ci accadeva intorno e dentro, condividendo emozioni e luce, li vedevamo ridere di gusto e asciugare qualche lacrima. C’erano, eppure neanche per un istante li abbiamo percepiti come operatori. E neanche per un attimo ci siamo sentiti in imbarazzo, imbranati come siamo davanti all’obiettivo e alla telecamera.
A quattro mesi dal matrimonio ci hanno fatto un regalo straordinario: presentare in fiera l’agenzia con il nostro trailer e permetterci di seguirlo in diretta Facebook perché troppo lontani per essere presenti. Sentire Emanuele raccontare con poche precise parole il nostro matrimonio ci ha dato la conferma, se mai ne avessimo avuto bisogno, di una sensibilità e un’empatia fuori dal comune.”